martedì 10 maggio 2011

graziella

3 commenti:

  1. osservando la vostra tavola ritrovo il carattere principale della graziella: quello di alternare vicoli stretti ad improvvise aperture!un labirinto nel labirinto! è molto suggestiva la vostra idea e cosa importante, da non sottovalutare, avete utilizzato dei materiali molto semplici ma quello che mi chiedo adesso è: come si sviluppa in pianta (o solo in pianta?) e poi perchè non osare ancora di più? magari portando del "Rumore"....

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  2. sono d'accordo con antonella
    occorre ragionare sull'interazione e la relazione tra il luogo, la città, la natura e l'uomo
    silenzio e rumore, frastuono e quiete, luce e ombra
    giani bifronte del mediterraneo
    l'installazione deve proporre questa relazione, avvolgendo l'uomo in uno spazio che amplifichi e sottolinei le qualità locali
    il tutto lavorando in pianta e in alzato
    innalzado anche l'uomo

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  3. L'idea di base, come si potrebbe evincere dalle poche linee di testo riportate nella tavola, era quella di creare un "percorso sensoriale", in modo da isolare acusticamente il "fruitore" del nostro labirinto (magari con le confezioni delle uova) e al tempo stesso procurare dei rumori camminando sulle pedane che dovrebbero essere riempite di oggetti che generano rumori al muoversi delle pedane. Al momento stiamo ragionando più sui sistemi di assemblaggio dei vari elementi, cercando delle composizioni che risultino consone sia al contesto che al progetto. Una volta individuate le soluzioni migliori saremmo passati all'adattamento del progetto alla piazza che lo ospita (lavorando quindi in pianta e alzato).

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